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DeederVel (Mattia Dui)
Assolatissimo pomeriggio di inizio settembre. Mi pare di ricordare
che la scuola non fosse neppure ricominciata.
Ricordo la fitta allo stomaco e l'opprimente sensazione di essere
fuori posto, completamente sbagliata.
In mezzo all'ingresso di quella scuola elementare di Sorgane, ma
che in realtà quel sabato pomeriggio si era trasformata diventando
un pezzo di Giappone. Gruppetti di donne dagli occhi affusolati che
parlavano tra di loro fitto fitto, cartelloni completamente scritti
in hiragana, bambini giapponesi che mi correvano intorno alle
ginocchia.
E io, lì impalata, a guardarmi intorno con una voglia matta di
scappare a casa.
Ecco il mio primo ricordo della scuola di giapponese. Ammetto che
quel giorno provai un disagio immenso.
Una signora mi condusse fuori dalla scuola, fino a un Circolo
Arci, a meno di 50 metri di distanza. Mi fece entrare in una stanza
piena di uomini (rigorosamente italiani) seduti a dei tavolini di
plastica bianca, mentre una giovane donna giapponese stava scrivendo
delle cose su una lavagnetta magnetica.
Nella breve distanza tra la scuola ed i Circolo mi aveva spiegato
che nelle aule delle Elementari facevamo lezione tutti i bambini
delle coppie miste italo-giapponesi, mentre dove mi stava portando,
si teneva un corso tutto speciale dedicato ai babbi italiani.
Già dopo la seconda lezione chiesi di essere spostata al corso
avanzato, quello dei babbi che studiavano da più tempo. Un po'
perché tante cose le avevo già studiate per conto mio, un po'
perché avevo lo specifico obiettivo di imparare quanto più
possibile.
All'inizio per rimettermi in pari ho fatto una faticaccia. non
scherzo, non sapevo neanche la differenza fra jishokei e masukei.
Una delle mie grandi fortune è stata Shiho - sensei.
Lei è stata la mia insegnante per questi due anni. Shiho sensei
... mi mancherà tantissimo.
L'insegnante migliore che abbia mai avuto. Lei è stata il mio
pezzettino di dolcezza alla fine di ogni settimana, il sorriso sempre
stampato su due guanciotte morbidissime. Sembra fatta di zucchero. é
sempre pronta a rispiegarti le cose anche 10 volte, sempre con quella
voce pacata, sempre con il sorriso.
Scherza con noi, si interessa a quello che facciamo...
Le sue lezioni sono, sempre divertenti, con i babbi fanno a gara a
chi mi racconta più cose sul Giappone....
Nonostante ciò è anche ottima nell'insegnare. Mi ha aiutata
tantissimo e mi ha insegnato tantissimo. Senza accorgermene sono
diventata piuttosto brava.... insomma, considerando che dopo due soli
anni riesco a sostenere delle conversazioni decenti in giapponese, ho
passato il famigerato N5, riesco a comunicare in giapponese via mail
con la mia host family...mica poco!
Sono convinta che se ci avessi messo un pò' di impegno da parte
mia, ora parlerei ancora meglio!
Un'altra parte fondamentale della mia scuola, le persone senza le
quali non potrei concepire la mia attuale esistenza, quelli sono i
babbi. ♥
No, scusate, magari vi farà ridere, ma io ho qualcosa cme 15
secondi babbi adesso, fra corso avanzato e principianti.
Ovviamente ci sono dei babbi più babbi di altri sia chiaro.
Fra questi voglio ricordare, seguendo l'ordine dei banchi partendo
da sinistra Pa...-san, En....-san (e tutte le loro meravigliose
avventure da sbandieratori in giro per il mondo), Ant.....-san (lui è
quello più studioso di tutti), Al.....-san (ha la battuta sempre
pronta, ANCHE IN GIAPPONESE!) e Ma......-san (che anche se negli
ultimi tempi non è venuto per stare dietro alla costruzione della
sua nuova casa, è comunque uno dei miei babbi).
Questi 5 uomini, non mi basterà una vita per dire tutto il bene
che voglio loro.
Mi hanno presa e mi hanno trattata come la loro bambina. Ogni
santo sabato dalle 3 alle 6 sono stati con me, mi hanno srotolato
davanti le loro vite bellissime, mi hanno parlato del Giappone e
delle sue usanze, mi hanno dato consigli...
Posso felicemente dichiarare che per me passare i sabati
pomeriggio con loro invece che uscendo con i miei amici è stata la
scelta migliore che potessi fare. Nessun rimpianto. Se vi dicessi che
ho pianto una serata intera dopo l'ultima lezione perchè non li
avrei rivisti per un anno, ci credereste? Ho pianto per loro, che
vedevo una volta a settimana per 3 ore e non ho versato una singola
lacrima l'ultima volta che ho visto i miei compagni al liceo.
Il mio percorso alla scuola di giapp nese è stato lungo, ma
divertente . Suppongo davvero che, se non fossi stata accettata per
l'exchange programme in Giappone, avrei continuato ad andare lì
forse anche fin dopo la quinta superiore.
Grazie alla scuola, ai babbi, alle loro fantastiche mogli
giapponesi con cui chiacchieravo spesso, grazie ai bambini che mi
sono baloccata tanto, alle feste che la scuola organizzava di volta
in volta (mercatini,undokai, omochitsuki, concerti, spettacoli) sono
davvero riuscita ad entrare dentro la splendida cultura giapponese.
Ho capito il modo per farne parte meglio che posso, ho capito i
meccanismi che la regolano. Ho conosciuto molte persone fantastiche
che nel mio cuore occuperanno sempre un posto speciale. Sempre.
Nella mia memoria ci saranno sempre le panchine fuori dal circolino
su cui sedevamo aspettando di entrare a lezione, i piedini della
sensei che calzavano spesso delle ballerine, o la sua adorabile
espressione di quando disse che le piacevano gli oggetti a forma di
fungo. Ricorderò sempre il doppio espresso di Pa... e tutte le sue
storie che ascoltavo a bocca aperta, la cartelletta di En.... e i
suoi consigli da "vero babbo", Ant..... che era sempre a
sfogliare il suo dizionarietto, Al..... vestito da cervo durante la
nostra recita di fine anno scolastico, e Ma...... con sua moglie di
Hiroshima, che però parla un fiorentino così d.o.c. che ogni volta
a sentirla la volevo abbracciare.
Adesso, facciamo un gioco che fanno sempre fare a noi exchange
students; hai un freezer e una botte. Nel freezer metti le cose che
al tuo ritorno vuoi ritrovare intatte come quando sei partito, nella
botte metti le cose che vuoi maturare.
La scuola di giapponese è una delle poche cose che vorrei mettere
nel freezer.
il punto è che il freezer non esiste.
Tornerò e saranno cambiate decine di cose. E se non sono
cambiate loro, sarò cambiata io. Non avrò più bisogno di
frequentare il corso dei babbi; posso sempre tornare, ma non mi
siederò di nuovo dietro ai banchi con loro. Non sarà mai come
prima.
Il pensiero mi rattrista così tanto.
Ma crescere è anche questo; rinunciare a qualcosa di bello per
ottenere qualcosa di più bello, fare scelte, cambiare.
Non fa niente. Sono contenta perchè ho vissuto dei momenti
bellissimi, momenti che mi prenderanno sempre un posto graaaande così
dentro al cuore finchè non muoio. Lo giuro.
Sono contenta di aver pianto perchè vuol dire che che ho dato e
ricevuto amore.
Ho dato e ricevuto così tanto amore che mia mamma, vedendomi
piangere, si è commossa.
Cara scuola di giapponese, non pensare di liberarti tanto
facilmente di me! io torno, poco ma sicuro!
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