sabato 29 giugno 2013

Post ricaricato #3: "Mail vs. Palline.... meglio Skype!"

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DeederVel (Mattia Dui)


Sì, se devo proprio dire la verità, forse ho trovato un metodo quasi più efficace di mail e palline immaginarie.
Si chiama Skype.
Oggi io e la mia host family ci siamo parlati "faccia a faccia" per la prima volta.
io...io non lo so. voglio piangere. Sono la cosa più dolce che abbia mai visto.
Quando ho ricevuto la chiamata mi è preso un colpo al cuore, all'inizio non volevo neppure rispondere.
Però ho risposto.
Insomma, so che non ve ne importa niente di sapere come è andata nei minimi particolari, ma dovete anche capire che in parte questo blog è anche per me.
Tra 20 anni verrò alla ricerca di questo link per ricordarmi cosa successe in quel lontano 29 giugno 2013.
E quindi via con la descrizione fin nei minimi particolari, yuhu!
Da sinistra a destra avevo Sx-san, Mxx-chan, e Rxxx-chan s una sedia. Dietro, fra S. e M., c'era K-san con Rxx-chan accoccolato in braccio. Appena ho visto la scena mi sono sciolta, avrei voluto gridare "MAQUANTOSIETECARINIIIII". Fortuna che mi sono trattenuta.
Lasciate che vi descriva la dolcezza della scena con Sx-san che dava il via e uno alla volta con le loro vocettine si presentavano.
"M..M..desu. Hajimemashite."
"M..R..desu. Hajimemashite." (Rxxx, Dio mio, che soggetto che sei ♥)
Alla volta di Rxx-chan ho sentito un "ashushashu" e una risatina e lui che velocemente si nascondeva fra i capelli di K-san.
Se devo dire la verità, mi ero immaginata che fossero dolciosi, ma fino a questo punto...awww ♥♥♥
Sx-san parla mezzo in portoghese, è troppo divertente! non capisco molto, ma ok, apprezzo comunque il suo gesto.
Poi Sx-san ha fatto: Se avete una domanda per Marta (loro mi chiamano così nghh) alzate la mano".
tre manine si sono alzate in simultanea.
"LOL, ora mi ammazzano", ho pensato. Invece no, sono stati bravissimi. A eccezione di Rxx (ma diamine ha solo 2 anni), gli altri due parlavano benissimo, hanno scandito tutte le parole e ho capito tutto. (≥Δ≤)
Mi hanno fatto domande totalmente inutili, come i cibi che mi piacciono, quelli che odio e il mio colore preferito. Rxxx mi ha chiamata più volte Marta-chan e io stavo per commuovermi.
Mxx-chan mi ha fatto l'elenco dei colori in inglese con il suo adorabile accento giapponese.
Rxx si arrampicava sulla sedia come una scimmia e continuava a dirmi "nisai" (ho due anni) o un più semplice "bu! bu!" il cui senso mi è ancora oscuro(forse faceva il verso ai fuochi d'artificio).
ad un certo punto Rxxx, cercando di mettersi le cuffie, essendo troppo grandi, gli sono scivolate e per riprenderle , per sbaglio, si è infilato il microfono nel naso! Non ce l'ho fatta a non ridere!
Mi ha detto che odia i pomodori e Mxx si è affrettata ad aggiungere "biggu! (big)" incrociando le braccia come a dire "non gli piacciono i pomodori grandi", "sumoor (small)" e poi ok, come a dire "ma quelli piccoli sì".Sx-san e Kx-san mi hanno spiegato meglio gli orari della scuola (inizia  a un quarto alle 9, capite? significa che posso svegliarmi tranquillamente alle 7!) e poi mi hanno detto che il primo giorno mi accompagnano in macchina, il  secondo e il terzo prendono il treno con me per mostrarmi le fermate giuste e dal quarto lasciano che mi arrangi da sola.
Hanno addirittura comprato una nuova macchina a 7 posti per poterla usare anche con me; mi sono sentita troppo in colpa! Mi hanno già detto che mi porteranno a vedere Kyoto (♥) e che forse un giorno andremo alle terme...
Cari Mxxx, se volevate farmi affezionare così tanto a voi e farmi sentire parte della famiglia, beh, ci siete riusciti benissimo.
Alla fine stavo quasi per piangere, perchè vorrei già essere là.;;
Questi 60 giorni passeranno così lentamente...

venerdì 28 giugno 2013

Post ricaricato #5: "Nihongo no Gakkou"

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DeederVel (Mattia Dui)



Assolatissimo pomeriggio di inizio settembre. Mi pare di ricordare che la scuola non fosse neppure ricominciata.
Ricordo la fitta allo stomaco e l'opprimente sensazione di essere fuori posto, completamente sbagliata.
In mezzo all'ingresso di quella scuola elementare di Sorgane, ma che in realtà quel sabato pomeriggio si era trasformata diventando un pezzo di Giappone. Gruppetti di donne dagli occhi affusolati che parlavano tra di loro fitto fitto, cartelloni completamente scritti in hiragana, bambini giapponesi che mi correvano intorno alle ginocchia.
E io, lì impalata, a guardarmi intorno con una voglia matta di scappare a casa.
Ecco il mio primo ricordo della scuola di giapponese. Ammetto che quel giorno provai un disagio immenso.
Una signora mi condusse fuori dalla scuola, fino a un Circolo Arci, a meno di 50 metri di distanza. Mi fece entrare in una stanza piena di uomini (rigorosamente italiani) seduti a dei tavolini di plastica bianca, mentre una giovane donna giapponese stava scrivendo delle cose su una lavagnetta magnetica.
Nella breve distanza tra la scuola ed i Circolo mi aveva spiegato che nelle aule delle Elementari facevamo lezione tutti i bambini delle coppie miste italo-giapponesi, mentre dove mi stava portando, si teneva un corso tutto speciale dedicato ai babbi italiani.
Già dopo la seconda lezione chiesi di essere spostata al corso avanzato, quello dei babbi che studiavano da più tempo. Un po' perché tante cose le avevo già studiate per conto mio, un po' perché avevo lo specifico obiettivo di imparare quanto più possibile.
All'inizio per rimettermi in pari ho fatto una faticaccia. non scherzo, non sapevo neanche la differenza fra jishokei e masukei.
Una delle mie grandi fortune è stata Shiho - sensei.
Lei è stata la mia insegnante per questi due anni. Shiho sensei ... mi mancherà tantissimo.
L'insegnante migliore che abbia mai avuto. Lei è stata il mio pezzettino di dolcezza alla fine di ogni settimana, il sorriso sempre stampato su due guanciotte morbidissime. Sembra fatta di zucchero. é sempre pronta a rispiegarti le cose anche 10 volte, sempre con quella voce pacata, sempre con il sorriso.
Scherza con noi, si interessa a quello che facciamo...
Le sue lezioni sono, sempre divertenti, con i babbi fanno a gara a chi mi racconta più cose sul Giappone....
Nonostante ciò è anche ottima nell'insegnare. Mi ha aiutata tantissimo e mi ha insegnato tantissimo. Senza accorgermene sono diventata piuttosto brava.... insomma, considerando che dopo due soli anni riesco a sostenere delle conversazioni decenti in giapponese, ho passato il famigerato N5, riesco a comunicare in giapponese via mail con la mia host family...mica poco!
Sono convinta che se ci avessi messo un pò' di impegno da parte mia, ora parlerei ancora meglio!
Un'altra parte fondamentale della mia scuola, le persone senza le quali non potrei concepire la mia attuale esistenza, quelli sono i babbi.
No, scusate, magari vi farà ridere, ma io ho qualcosa cme 15 secondi babbi adesso, fra corso avanzato e principianti.
Ovviamente ci sono dei babbi più babbi di altri sia chiaro.
Fra questi voglio ricordare, seguendo l'ordine dei banchi partendo da sinistra Pa...-san, En....-san (e tutte le loro meravigliose avventure da sbandieratori in giro per il mondo), Ant.....-san (lui è quello più studioso di tutti), Al.....-san (ha la battuta sempre pronta, ANCHE IN GIAPPONESE!) e Ma......-san (che anche se negli ultimi tempi non è venuto per stare dietro alla costruzione della sua nuova casa, è comunque uno dei miei babbi).
Questi 5 uomini, non mi basterà una vita per dire tutto il bene che voglio loro.
Mi hanno presa e mi hanno trattata come la loro bambina. Ogni santo sabato dalle 3 alle 6 sono stati con me, mi hanno srotolato davanti le loro vite bellissime, mi hanno parlato del Giappone e delle sue usanze, mi hanno dato consigli...
Posso felicemente dichiarare che per me passare i sabati pomeriggio con loro invece che uscendo con i miei amici è stata la scelta migliore che potessi fare. Nessun rimpianto. Se vi dicessi che ho pianto una serata intera dopo l'ultima lezione perchè non li avrei rivisti per un anno, ci credereste? Ho pianto per loro, che vedevo una volta a settimana per 3 ore e non ho versato una singola lacrima l'ultima volta che ho visto i miei compagni al liceo.
Il mio percorso alla scuola di giapp nese è stato lungo, ma divertente . Suppongo davvero che, se non fossi stata accettata per l'exchange programme in Giappone, avrei continuato ad andare lì forse anche fin dopo la quinta superiore.
Grazie alla scuola, ai babbi, alle loro fantastiche mogli giapponesi con cui chiacchieravo spesso, grazie ai bambini che mi sono baloccata tanto, alle feste che la scuola organizzava di volta in volta (mercatini,undokai, omochitsuki, concerti, spettacoli) sono davvero riuscita ad entrare dentro la splendida cultura giapponese. Ho capito il modo per farne parte meglio che posso, ho capito i meccanismi che la regolano. Ho conosciuto molte persone fantastiche che nel mio cuore occuperanno sempre un posto speciale. Sempre. Nella mia memoria ci saranno sempre le panchine fuori dal circolino su cui sedevamo aspettando di entrare a lezione, i piedini della sensei che calzavano spesso delle ballerine, o la sua adorabile espressione di quando disse che le piacevano gli oggetti a forma di fungo. Ricorderò sempre il doppio espresso di Pa... e tutte le sue storie che ascoltavo a bocca aperta, la cartelletta di En.... e i suoi consigli da "vero babbo", Ant..... che era sempre a sfogliare il suo dizionarietto, Al..... vestito da cervo durante la nostra recita di fine anno scolastico, e Ma...... con sua moglie di Hiroshima, che però parla un fiorentino così d.o.c. che ogni volta a sentirla la volevo abbracciare.
Adesso, facciamo un gioco che fanno sempre fare a noi exchange students; hai un freezer e una botte. Nel freezer metti le cose che al tuo ritorno vuoi ritrovare intatte come quando sei partito, nella botte metti le cose che vuoi maturare.
La scuola di giapponese è una delle poche cose che vorrei mettere nel freezer.
il punto è che il freezer non esiste.
Tornerò e saranno cambiate decine di cose. E se non sono cambiate loro, sarò cambiata io. Non avrò più bisogno di frequentare il corso dei babbi; posso sempre tornare, ma non mi siederò di nuovo dietro ai banchi con loro. Non sarà mai come prima.
Il pensiero mi rattrista così tanto.
Ma crescere è anche questo; rinunciare a qualcosa di bello per ottenere qualcosa di più bello, fare scelte, cambiare.
Non fa niente. Sono contenta perchè ho vissuto dei momenti bellissimi, momenti che mi prenderanno sempre un posto graaaande così dentro al cuore finchè non muoio. Lo giuro.
Sono contenta di aver pianto perchè vuol dire che che ho dato e ricevuto amore.
Ho dato e ricevuto così tanto amore che mia mamma, vedendomi piangere, si è commossa.

Cara scuola di giapponese, non pensare di liberarti tanto facilmente di me! io torno, poco ma sicuro!

giovedì 27 giugno 2013

Post ricaricato #4: "Quando anche le tendine ti prendono in giro"

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DeederVel (Mattia Dui)



Premetto che è una cosa che ho notato solo ora, dopo quasi un mese che ho il placement.
Durante il mio primo anno alla scuola di giapponese (una scuola molto particolare di cui vi parlerò presto) sotto Natale venne organizzata una sorta di fiera. Dio solo sa quanti onigiri mi sono mangiata quel giorno...
Comunque. A uno di questi stand vendevano delle tendine piccoline con delle stampe...
Su una di queste stampe c'era una scritta in hiragana. Siccome ero con il babbo e dovevo mostrargli che qualcosa lo stavo effettivamente imparando, la lessi ad alta voce.
"Oide....oideyasu!"
"Oh", aveva esclamato un po' sorpresa la signora alla bancarella, "Sai leggere in hiragana?"
Così mi aveva spiegato che la stampa rappresentava il castello di Osaka e che la scritta, se la memoria non mi inganna, voleva dire "benvenuto" in dialetto.
"Dai", aveva detto il babbo, "compriamola!"
Mio padre è un uomo così, un uomo fantastico, sia chiaro, ma quando vede qualcosa di minimamente accattivante vuole subito comprarla, non importa quanto inutile sia.
Stranamente quella volta però non ho tentato di dissuaderlo.
In quanto all'oggetto dalla natura profondamente inutile, per un anno e mezzo lo abbiamo appeso in posti sempre diversi a seconda di dove non dava noia. Insomma, zitta zitta è stata sempre lì in bella vista sotto i miei occhi.
Solo ora mi rendo conto che qualcuno lo aveva sempre saputo. Né io che fui attratta da quella tendina, né il babbo che propose di comprarla.
Qualcuno aveva sempre saputo come sarebbe andata e ha voluto che avessi sempre quella maledetta tendina sotto gli occhi.
Che avessi sempre un'immagine di Osaka con la scritta "benvenuta".

Quanto è strano il mondo a volte...

mercoledì 19 giugno 2013

Post ricaricato #2: "Mail vs. Palline: ecco i pro e i contro"

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DeederVel (Mattia Dui)



Al contrario di quanto deducibile dal titolo del post, non mi metterò davvero ad esporre i pro e i contro dei due metodi.
Per quanto mi riguarda sono tutti e due validissimi.
La pallina è qualcosa di estremamente efficace; è andata dritta per la sua strada e ha portato il messaggio forte e chiaro: infallibile.
Purtroppo però non potevo permettermi di comunicare telepaticamente con la mia host family, mi sono dovuta accontentare delle sicuramente meno romantiche e più fraintendibili mail.
Da circa una settimana non faccio che scambiarmene con il babbo ospitante che chiameremo affettuosamente SX-SAN.
Premetto che lui mi ha espressamente detto di non saper parlare molto bene l’inglese e che quindi tutte le nostre conversazioni sono in giapponese, ergo, ci metto secoli e secoli a rispondergli.
Mi ci vuole in media un’ora solo per tradurre cosa mi scrive, e nell’ultima settimana è stato un po’ difficile trovare il tempo con questo scambio con i ttetteschi (?) di mezzo.
Già il dolce SX-SAN non fa che aumentarmi il livello di difficoltà ad ogni mail che mi manda (non fa che aggiungere forme grammaticali mai viste né sentite e usare kanji da 1231435645765685757664 tratti tutti appiccicati gli uni agli altri), in più mi ci metto io con le mie manie di voglio-fare-la-pro-ma-non-mi-riesce, che alla fine di tutte le cose che vorrei scrivergli riesco si e no a esprimerne la metà. E male.
È qui che veramente inizio a tirar giù il cielo a suon di imprecazioni.
Pur avendo studiato giapponese per due anni, posso felicemente ammettere che lo so Malissimo, e quindi le mie risposte sono alquanto stentatelle e incomplete. Vorrei urlargli che amo lui e la sua famiglia, che mi hanno salvato la vita accettandomi, che qualsiasi cosa faremo insieme mi andrà bene; invece finisco per sembrare sempre una tirella spocchiosa. Cercherò di dargli tutto l’amore che non riesco a trasmettere ora durante il mio soggiorno là.
La mia impressione sulla famiglia è veramente positivissima!*^*
La prima mail che SX-SAN mi ha mandato conteneva le foto dei tre pargoli con tanto di descrizione tradotta in italiano con il google translate. Ho vomitato cuoricini per una intera settimana e tuttora non so come fare per non farmi sovrastare dalla dolciosità emanata da quei bimbi.
SX-SAN mi sembra un uomo stupendo; è così dolce e sempre pronto a proporre delle cose da fare … non sta affatto sulle sue e si vede che sta cercando di farmi sentire a mio agio e parte della famiglia. Mi ha già chiesto in quale posto vorrei andare a farmi un giro con loro e mi propone un sacco di attività. È sempre pronto a parlarmi di sé ... Sembra così cordiale!
Purtroppo della mamma non ho né una foto né una mail, ma avrò tempo per conoscerla ...
SX-SAN mi ha già detto che la prima sera che arrivo mi faranno un Takoyaki Party. Quando me l’hanno detto ho pianto di felicità.
Da quanto ho capito dalle varie mail il lavoro dei miei è avvolto in una nuvolina densa di nebbia. Non devono essere proprio dei poveracci, visto che possiedono una decina di case in America, che affittano in continuazione… meglio così xD. Mi riuscirei a spiegare anche il perché hanno scelto la mia scuola in un covo di ricconi come Ashiya. Ma ok, non voglio che i miei pregiudizi verso i ricchi mi facciano avere un’immagine sbagliata. Per ora la mia famiglia è ciò che di meglio potevo sperare. Penso che mi troverò davvero bene e che, grazie a questo scambio di mail arriverò in Giappone con un bagaglio lessicale e linguistico un po’ più ampio di adesso.
Spero di poter aggiungere presto nuovi dettagli, ciao ciao cari lettori.

sabato 8 giugno 2013

Post ricaricato #1

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DeederVel (Mattia Dui)



Storia di come la pallina magica è arrivata in Giappone e la nostra eroina abbia finalmente una famiglia, una casa e una scuola nel Paese del Sol Levante.


Ebbene sì.
Pare che la pallina magica che ho lanciato verso est poco meno di un mese fa sia arrivata a destinazione.
Mi sono sorpresa che ci abbia messo così poco, pensavo davvero che avrei saputo il nome della mia famiglia e della città in cui avrei vissuto solo pochi giorni prima di partire,,,
Diciamo che i giorni precedenti alla rivelazione sono stati un po' strani.
A scuola ora più che mai mi sento circondata da sconosciuti. Vi assicuro che, se da una parte è meglio così visto che non sentirò troppo il dolore del distacco (salvo qualche eccezione), dall'altra però ti senti proprio un guscio vuoto, una tenda da campeggio messa lì e subito tolta. Non appartenere a quel posto, non appartenere a quelle persone... mi sono domandata se sono così arida dentro.
Perchè non penso che i miei mi mancheranno, perchè lascio tutto così a cuor leggero? Non voglio che in Giappone io sia solo qualcosa di passaggio, una tenda smontabile... io voglio amare quanto più possibile, d'ora in poi.
Accompagnata da questi sentimenti, la sera del mio compleanno l'altra ragazza che verrà in Giappone mi ha scritto di aver ricevuto la famiglia. Ne abbiamo parlato un po', e sono stata avvero contenta per lei.
Fortunatamente avevo passato una bella giornata con i miei amici, il che mi ha impedito di essere troppo triste per la mia condizione di orfanella.
Ieri a pranzo però mi è arrivata la mazzata.
Degli altri tre ragazzi che vanno in Giappone, quello con cui credo di aver socializzato di più è Simone. Ahahah, ha tutte le buone ragioni per odiarmi, credetemi. Essendo l'unico con cui ho fatto un briciolo di amicizia, tendo ad asfissiarlo con tutti i miei scleri, le mie ansie e le mie frustrazioni. Credo che la ricompensa per avermi sopportato sarà immensa.
Fatto sta che con lui ci siamo spesso trovati a lamentarci del fatto di non avere una famiglia e, malgrado tutto, mi rassicurava.
È per questo forse che non appena mi ha scritto tutto entusiasta di avere la famiglia mi è caduto il mondo addosso. Ma come, ho pensato, ora con chi sclero? Mi sono sentita sola e indesiderata. Ovviamente ero felice per lui, ed entusiasta! Via via che mi raccontava i miei occhi si trasformavano sempre più in due cuoricini rosa e palpitanti...
Poi però ho iniziato davvero a deprimermi. Per mezz'ora mi sono messa ad elencare tutti i possibili motivi per cui nessuno mi aveva ancora scelta. Dovete sapere che vengo fuori (anzi ci sono tuttora dentro con una gamba) da una situazione difficile, in cui sono arrivata ad odiare anche quello che facevo per il semplice fatto che lo facevo io. E ultimamente sto cercando di riacquistare fiducia in me stessa, ma è difficile e spesso ho delle ricadute.
Ecco quindi che mentre stavo per vomitarmi addosso da sola, immersa com'ero nelle mie fisime da complessata, ha iniziato a squillarmi il cellulare. Infarto.
L'ho afferrato, sul display c'era la scritta Wep. Altro infarto.
Ho risposto in un nano secondo ed è un miracolo che non mi sia sfuggito il cellulare di mano, tanto tremavo.
"P-pronto?"
Mi avranno sicuramente chiamata per domandarmi di nuovo cavolate tipo "quanta paura degli insetti hai?", oppure ci sarà qualcosa di sbagliato per i moduli per il visto...ho pensato.
"Ciao, sei Marta Borracci? sono xxxx della Wep e ti chiamo per darti i primi dati a proposito della tua famiglia ospitante..."
A questo punto ho sentito una lacrimuccia pungermi gli occhi.
E così ho trattenuto il respiro per un minuto buono, poi ho riagganciato ed ho iniziato ad urlare.
Questa è una felicità che solo un exchange student potrà mai provare. Quel momento in cui il tuo sogno prende una forma, dei nomi e delle facce. Solo allora ti sembra davvero realtà!
Tutta la gioia di vedere il tuo sogno concretizzarsi, tutta la voglia di gridare al mondo: ce l'ho fatta, qualcuno mi vuole, qualcuno mi accoglierà!
E soprattutto il sollievo.
Non capirete mai l'ansia finché non la proverete sulla vostra pelle... cinque mesi con il magone e tutti che ti fanno le solite domande a cui non sai dare risposta e tu che, come accidenti fai a non provare neanche ad immaginarti la tua vita laggiù? e allora giù con i veri trip mentali. Il problema è che non essendo sicura di niente dopo devi sempre tornsre alla realtà e ripeterti sempre: non pensarci troppo, che sennò ci rimani delusa. Insomma, è un processo stancante in cui ogni giorno che passa l'ansia aumenta, e aumenta, finché non arrivi a controllare la mail ogni giorno. Senza rendertene conto le vene del tuo collo si intirizziscono e si stringono ogni giorno di più, un po' come l'elastico delle macchinette misura-persone.
Ecco, in quel momento, si sono allentate di colpo e mi è arrivato troppo sangue al cervello.
Dev'essere così, altrimenti non mi spiego quell' urlo da amazzone in battaglia.
La mia prima reazione, dopo, è stata quella di lasciarmi finalmente trascinare per terra dalla gravità e permettere che il mio peso si annullasse contro il pavimento. Mi sono lasciata andare a un pianto liberatorio, interrotto qua e là da delle risate. Sì, una scena da manicomio, a pensarci bene.
Dunque, lasciate un po' che vi spieghi.
La mia famiglia sarà composta da Sxxxx e Kxxxx, i due genitori, e dagli adorabili ( perchè sono adorabili, ne sono sicura!) Mxx, Rxxx e Rxx rispettivamente 7, 5 e 2 anni!
Vivrò in un quartiere non lontano dal centro di Osaka, una delle città presenti nella mia top 10. Area climatica che desideravo, poco distante da Kyoto, con una famiglia bellissima, in una città in cui difficilmente potrò annoiarmi.
Poi, seriamente, quella a cui mi hanno iscritto non è una scuola. E'... Ok, immaginatevi una nave da crociera conficcata nel terreno. Ecco.
La mia scuola è questo mostro qua:
http://www.ashiya.ed.jp/hi/life/facilities.html
Con più tempo le dedicherò un post intero, forse dopo che ci sarò stata... inutile dire che la amo. Non sono mai andata in una scuola così bella, nuova, pulita... la mia scuola sembra una sorta di carcere puzzolente dove non c'è nemmeno un bagno funzionante, figuriamoci se ci trovi la caffetteria gigante, la palestra stile NBA e i campi da tennis... Mpfh.
Non potevo sperare di meglio, assolutamente.
Mi auguro che la mia famiglia risponda presto alla mail che gli ho mandato...

Sono felice! :))