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DeederVel (Mattia Dui)
Storia di come la pallina magica è arrivata in Giappone e la
nostra eroina abbia finalmente una famiglia, una casa e una scuola
nel Paese del Sol Levante.
Ebbene sì.
Pare che la pallina magica che ho lanciato verso est poco meno di
un mese fa sia arrivata a destinazione.
Mi sono sorpresa che ci abbia messo così poco, pensavo davvero
che avrei saputo il nome della mia famiglia e della città in cui
avrei vissuto solo pochi giorni prima di partire,,,
Diciamo che i giorni precedenti alla rivelazione sono stati un po'
strani.
A scuola ora più che mai mi sento circondata da sconosciuti. Vi
assicuro che, se da una parte è meglio così visto che non sentirò
troppo il dolore del distacco (salvo qualche eccezione), dall'altra
però ti senti proprio un guscio vuoto, una tenda da campeggio messa
lì e subito tolta. Non appartenere a quel posto, non appartenere a
quelle persone... mi sono domandata se sono così arida dentro.
Perchè non penso che i miei mi mancheranno, perchè lascio tutto
così a cuor leggero? Non voglio che in Giappone io sia solo qualcosa
di passaggio, una tenda smontabile... io voglio amare quanto più
possibile, d'ora in poi.
Accompagnata da questi sentimenti, la sera del mio compleanno
l'altra ragazza che verrà in Giappone mi ha scritto di aver ricevuto
la famiglia. Ne abbiamo parlato un po', e sono stata avvero contenta
per lei.
Fortunatamente avevo passato una bella giornata con i miei amici,
il che mi ha impedito di essere troppo triste per la mia condizione
di orfanella.
Ieri a pranzo però mi è arrivata la mazzata.
Degli altri tre ragazzi che vanno in Giappone, quello con cui
credo di aver socializzato di più è Simone. Ahahah, ha tutte le
buone ragioni per odiarmi, credetemi. Essendo l'unico con cui ho
fatto un briciolo di amicizia, tendo ad asfissiarlo con tutti i miei
scleri, le mie ansie e le mie frustrazioni. Credo che la ricompensa
per avermi sopportato sarà immensa.
Fatto sta che con lui ci siamo spesso trovati a lamentarci del
fatto di non avere una famiglia e, malgrado tutto, mi rassicurava.
È per questo forse che non appena mi ha scritto tutto entusiasta
di avere la famiglia mi è caduto il mondo addosso. Ma come, ho
pensato, ora con chi sclero? Mi sono sentita sola e indesiderata.
Ovviamente ero felice per lui, ed entusiasta! Via via che mi
raccontava i miei occhi si trasformavano sempre più in due cuoricini
rosa e palpitanti...
Poi però ho iniziato davvero a deprimermi. Per mezz'ora mi sono
messa ad elencare tutti i possibili motivi per cui nessuno mi aveva
ancora scelta. Dovete sapere che vengo fuori (anzi ci sono tuttora
dentro con una gamba) da una situazione difficile, in cui sono
arrivata ad odiare anche quello che facevo per il semplice fatto che
lo facevo io. E ultimamente sto cercando di riacquistare fiducia in
me stessa, ma è difficile e spesso ho delle ricadute.
Ecco quindi che mentre stavo per vomitarmi addosso da sola,
immersa com'ero nelle mie fisime da complessata, ha iniziato a
squillarmi il cellulare. Infarto.
L'ho afferrato, sul display c'era la scritta Wep. Altro infarto.
Ho risposto in un nano secondo ed è un miracolo che non mi sia
sfuggito il cellulare di mano, tanto tremavo.
"P-pronto?"
Mi avranno sicuramente chiamata per domandarmi di nuovo cavolate
tipo "quanta paura degli insetti hai?", oppure ci sarà
qualcosa di sbagliato per i moduli per il visto...ho pensato.
"Ciao, sei Marta Borracci? sono xxxx della Wep e ti chiamo
per darti i primi dati a proposito della tua famiglia ospitante..."
A questo punto ho sentito una lacrimuccia pungermi gli occhi.
E così ho trattenuto il respiro per un minuto buono, poi ho
riagganciato ed ho iniziato ad urlare.
Questa è una felicità che solo un exchange student potrà mai
provare. Quel momento in cui il tuo sogno prende una forma, dei nomi
e delle facce. Solo allora ti sembra davvero realtà!
Tutta la gioia di vedere il tuo sogno concretizzarsi, tutta la
voglia di gridare al mondo: ce l'ho fatta, qualcuno mi vuole,
qualcuno mi accoglierà!
E soprattutto il sollievo.
Non capirete mai l'ansia finché non la proverete sulla vostra
pelle... cinque mesi con il magone e tutti che ti fanno le solite
domande a cui non sai dare risposta e tu che, come accidenti fai a
non provare neanche ad immaginarti la tua vita laggiù? e allora giù
con i veri trip mentali. Il problema è che non essendo sicura di
niente dopo devi sempre tornsre alla realtà e ripeterti sempre: non
pensarci troppo, che sennò ci rimani delusa. Insomma, è un
processo stancante in cui ogni giorno che passa l'ansia aumenta, e
aumenta, finché non arrivi a controllare la mail ogni giorno. Senza
rendertene conto le vene del tuo collo si intirizziscono e si
stringono ogni giorno di più, un po' come l'elastico delle
macchinette misura-persone.
Ecco, in quel momento, si sono allentate di colpo e mi è arrivato
troppo sangue al cervello.
Dev'essere così, altrimenti non mi spiego quell' urlo da amazzone
in battaglia.
La mia prima reazione, dopo, è stata quella di lasciarmi
finalmente trascinare per terra dalla gravità e permettere che il
mio peso si annullasse contro il pavimento. Mi sono lasciata andare a
un pianto liberatorio, interrotto qua e là da delle risate. Sì,
una scena da manicomio, a pensarci bene.
Dunque, lasciate un po' che vi spieghi.
La mia famiglia sarà composta da Sxxxx e Kxxxx, i due genitori, e
dagli adorabili ( perchè sono adorabili, ne sono sicura!) Mxx, Rxxx
e Rxx rispettivamente 7, 5 e 2 anni!
Vivrò in un quartiere non lontano dal centro di Osaka, una delle
città presenti nella mia top 10. Area climatica che desideravo, poco
distante da Kyoto, con una famiglia bellissima, in una città in cui
difficilmente potrò annoiarmi.
Poi, seriamente, quella a cui mi hanno iscritto non è una scuola.
E'... Ok, immaginatevi una nave da crociera conficcata nel terreno.
Ecco.
La mia scuola è questo mostro qua:
http://www.ashiya.ed.jp/hi/life/facilities.html
Con più tempo le dedicherò un post intero, forse dopo che ci
sarò stata... inutile dire che la amo. Non sono mai andata in una
scuola così bella, nuova, pulita... la mia scuola sembra una sorta
di carcere puzzolente dove non c'è nemmeno un bagno funzionante,
figuriamoci se ci trovi la caffetteria gigante, la palestra stile NBA
e i campi da tennis... Mpfh.
Non potevo sperare di meglio, assolutamente.
Mi auguro che la mia famiglia risponda presto alla mail che gli ho
mandato...
Sono felice! :))
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